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Verso una vita a impatto zero: le 7 R dell'ecologia.


Quando ho iniziato il mio percorso verso una vita più sostenibile e ad impatto zero dodici anni fa fare anche solo la raccolta differenziata in maniera corretta sembrava una mission impossible. C’erano ancora solamente le isole ecologiche e l’attuazione della raccolta porta a porta e del centro ambiente nel nostro paesello sarebbe arrivata dopo un po’ di tempo, accolta con pareri controversi da tante, troppe persone che la consideravano solo una scocciatura inutile, a suon di “tanto poi in discarica mettono tutto insieme!”.
E dire che la raccolta differenziata può essere solo uno dei tanti punti che possiamo mettere in pratica per vivere a impatto zero. Ecco quindi le 7 R verso una vita a impatto zero.

Rifiuta

  • di gettare via: il miglior rifiuto è quello che non produciamo ovviamente. Cerchiamo allora di evitare di comprare prodotti con confezioni multiple, imballi eccessivi, vassoi di plastica. Non compriamo prodotti che si possono autoprodurre facilmente, o almeno cerchiamo di alternarli con gli analoghi fatti in casa. Evitiamo pellicola e fogli in alluminio, sacchetti per il freezer, salviette, assorbenti, piatti o posate usa e getta.
  • di accettare cose superflue: omaggi, gadget, campioni gratuiti. Questa è una delle note dolenti quando si hanno bambini piccoli, che invece non vedono l’ora di portarsi a casa l’ennesimo gadget o oggetto da collezione che verrà dimenticato dopo poco. Ma anche per noi in fondo non è così semplice dire di no.
  • di ricevere posta spazzatura, volantini, cataloghi cartacei, scontrini inutili.

Riduci

  • il consumo: cercare di porsi ogni volta in cui stiamo per acquistare qualcosa di nuovo una semplice domanda: “Ho bisogno di questo oggetto?” ci permetterà di limitare l’accumulo e di evitare di acquistare qualcosa a meno che non sia veramente necessario. Per me attuare questo punto è più semplice quando mi lascio qualche giorno per pensare all’acquisto. Se dopo due settimane, ad esempio, la risposta è ancora sì, allora vado avanti con l’acquisto.
  • cedere o vendere gli oggetti che non servono più! Scambio, usato e baratto sono occasioni per ridare vita a nuovi oggetti, per risparmiare, per acquisire nuovi oggetti a poco costo o addirittura per fare decluttering in casa e magari rientrare di qualche spesa. Noi abbiamo venduto diversi mobili o oggetti che non entravano in casa quando abbiamo traslocato qui, e con il ricavato abbiamo acquistato altre cose che ci servivano, vista la diversa disposizione della casa: una scrivania, il mobile del bagno, le poltrone per la veranda, l’amaca per la camera delle bimbe!
  • più tempo: meno cose in casa significa meno tempo passato a pulire e sistemare
  • l’uso dell’automobile, del telefono, delle ore di TV (che incoraggia ad acquistare di più)
  • la dimensione della casa: noi cambiando casa abbiamo mantenuto gli spazi interni che avevamo in appartamento, in realtà (anzi, abbiamo forse qualche metro in più) ma in più ci abbiamo aggiunto tanto spazio all’aria aperta, l’orto e il giardino che prima non avevamo. Non siamo stati molto bravi a ridurre, devo ammetterlo!
  • lo spreco alimentare: tenendo da parte gli avanzi, congelando, tenendo sotto controllo le date di scadenza.

Riusa

  • riutilizzare più volte lo stesso oggetto (così come è stato prodotto), evitando prodotti monouso. Gli oggetti da riusare (e a rifiuti zero!) sono tantissimi. Alcuni esempi possono essere la sporta per la spesa, le borracce per l’acqua, i barattoli di vetro in cui conservare i cibi, i sacchetti in tessuto, gli strofinacci, i tovaglioli, i fazzoletti, gli stracci, le batterie, gli assorbenti, i pannolini, la coppetta mestruale… e tanti tanti altri!
  • consumo condiviso: un esempio potrebbero essere gli utensili o gli elettrodomestici da condividere con amici e vicini di casa. Dalla motosega al mulino casalingo, dal trapano all’essiccatore, dal tagliaerba alla macchina per il sottovuoto ai libri… se un oggetto viene usato poche volte l’anno perché non condividerlo?
  • acquistare di seconda mano: fa il paio con la riduzione in casa di qualcun altro, ma se il prodotto che acquistiamo ci serviva è un’ottima alternativa!

Ricicla

  • fare la raccolta differenziata in maniera corretta è un gioco da ragazzi: basta informarsi bene con l’azienda locale sui prodotti che vanno riciclati e come.
  • compostare: conferire tutti i rifiuti umidi nell’umido che viene ritirato, oppure dedicarsi al compostaggio domestico. E’ possibile richiedere una compostiera al centro ambiente, oppure usarne una autocostruita. Quando eravamo in appartamento avevo costruito un bidone per il compost sul balcone, che mi permetteva di usare il terriccio ottenuto per fertilizzare le piante in terrazzo. Ora che siamo in campagna abbiamo due compostiere aperte, costruite coi bancali recuperati dalle consegne in negozio. A primavera o in autunno mettiamo a riposo una e spargiamo nel semenzaio (o nell’orto) il compost ottenuto nell’altra, rimettendola poi avanti per la prossima stagione. Utilizzare la propria compostiera, tra l’altro, comporta spesso anche una riduzione sulla tariffa dei rifiuti urbani.

Riutilizza, Rigenera, Ripara (3 in una!)

  • tenere da parte quello che andrebbe buttato per ricavarne qualcosa di nuovo: scampoli di stoffa ottenuti da vecchi vestiti o lenzuola per realizzare strofinacci o stracci per spolverare, i rotoli di carta per creare personaggi e oggetti da dipingere coi bimbi, pezzi colorati o ritagli o bottiglie per lavoretti o esperimenti coi bambini.
  •  i barattoli di vetro per le marmellate, i succhi, la passata e in generale le conserve.
  • creare un oggetto nuovo a partire da due rotti, o riutilizzare il pezzo di un oggetto rotto per qualche altra funzione o attività
  • usare un pezzo con altro scopo: una bottiglia di vetro diventa un vaso, un barattolo un portapenna o un portaoggetti, una scatola di latta dei biscotti un contenitore per riporre gli stampini dei biscotti.
  • prendere appunti o disegnare sui fogli stampati dall’altro lato.
  • imparare le basi del fai da te del cucito o della ferramenta, sostituendo magari un pezzo di ricambio in un elettrodomestico o un oggetto rotto prima di buttarlo definitivamente.

Rivendica

  • che alcuni prodotti possano essere venduti sfusi. Qui tocchiamo un tasto dolente che per me è ancora un punto controverso, ovvero come gestire lo sfuso. Se io (consumatore finale) acquisto sfuso convinto di risparmiare una busta di plastica (o un flacone) e poi a monte il rivenditore getta un bustone di plastica con cui sono arrivati i prodotti sfusi o una tanica che corrispondono al tot di prodotti imballati… ecco, cade un po’ il discorso e onestamente non ci vedo nessun vantaggio. E’ un punto su cui riflettere ancora parecchio.
  • imballaggi diversi per i prodotti che acquistiamo, soprattutto nella grande distribuzione

Rivaluta

  • le cose semplici, le relazioni, il tempo da dedicare a noi stessi e alle persone a cui teniamo.

Non è necessario (e nemmeno tanto fattibile) attuarli tutti insieme, ma anche qui posso dirvi con certezza che vale la strategia “un dettaglio alla volta”, e che il mio stesso percorso è ancora ben lontano dalla meta a cui vorrei arrivare. Ma un passo alla volta vi assicuro che arriveremo ben lontano!
Sono certa che anche voi, man mano che ne sperimenterete e attuerete una (o anche solo qualche punto), avrete voglia di sfidarvi nella R successiva!
 
 
 
 

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